Se il 2024 è stato l’anno di Giancarlo Fusco, il 2025 si apre all’insegna del suo amico e collega Gino Patroni. Venerdì 10 gennaio, alle ore 18 presso il SunSpace, la figura di Patroni rivivrà nella sua Spezia grazie alla presentazione, condotta da Beppe Mecconi, di un’antologia dal titolo “Ed è subito pera e altri epigrammi”. Il volume raccoglie molte dei suoi più avvincenti ed esilaranti epigrammi, pubblicati in diversi volumi durante la sua vita. Il merito di questa proposta editoriale va alla Metilene Edizioni e in particolare alla curatrice, Prof.ssa Monica Schettino a cui abbiamo chiesto:
Come è nata l’antologia “Ed è subito pera e altri epigrammi” di Gino Patroni, da lei curata?
“Paolo Albani è uno scrittore che si occupa di scritture anomale e umorismo. Gli è stata affidata una collana intitolata Aritmie. Collaboro con Albani su riviste e progetti vari e, avendo scritto un articolo su Patroni per la Gazzetta di Parma, quando ha deciso di inaugurare la collana, ha pensato di partire proprio con Patroni. Il titolo della collana richiama il primo libro di Patroni, anch’esso intitolato Aritmie, quindi è sembrata una scelta naturale aprire questa rassegna dedicata a scrittori anomali, che giocano con la parola attraverso calembour, epigrammi e forme brevi.
Il motivo principale della raccolta è rendere omaggio a Gino Patroni. Dopo questo volume ne sono seguiti altri due, uno di Paolo Pergola e uno di Paola Albani, e altri ne arriveranno. Il mio coinvolgimento è nato dal mio interesse per Patroni, che avevo già approfondito in passato. Ho scritto articoli, curato l’introduzione e approfondito le edizioni di Carpena, l’editore di Sarzana che pubblicò i primi due volumi di Patroni.”
Quali criteri ha usato per selezionare gli epigrammi, considerando che Patroni ne ha scritti a centinaia?
“Ho fatto riferimento alle edizioni disponibili, anche se fuori catalogo. Dopo aver contattato Longanesi, abbiamo ottenuto l’autorizzazione a ripubblicare le opere, dato che non avevano intenzione di ristamparle. Ho seguito un ordine cronologico, selezionando gli epigrammi più significativi e attuali. Alcuni, legati a personaggi famosi negli anni ’50 e ’60, oggi sono meno rilevanti e li ho esclusi. Ho mantenuto la forma originaria delle opere, indicando la raccolta di provenienza. Abbiamo inserito prefazioni importanti, come quelle di Giancarlo Fusco e Oreste Del Buono, e selezionato epigrammi inediti. Il nostro obiettivo era offrire una panoramica generale su Patroni con un’edizione tascabile, finalmente di nuovo disponibile in libreria.”

Qual è l’attualità di Gino Patroni oggi?
“Abbiamo evitato i testi che citavano personaggi o eventi ormai dimenticati, concentrandoci su epigrammi ancora comprensibili e godibili per il pubblico di oggi. Patroni è senza dubbio attuale, sia nella scrittura che come epigrammista. Il suo stile, caratterizzato da una leggerezza apparente, nasconde una grande padronanza degli artifici retorici. L’epigramma è un genere letterario complesso, praticato anche da grandi autori come Pasolini e Fortini. Patroni lo ha interpretato con una spontaneità unica, il suo umorismo strappa spesso una risata amara, rivelando uno sfondo quasi tragico.”
Chi è Monica Schettino?
“Sono arrivata in provincia di Massa-Carrara (da Torino) nel 2014, grazie al concorso indetto nel 2012. Dal 2022 insegno al Liceo “Parentucelli” di Sarzana. Ora sono in congedo, assegnata all’Università di Friburgo (CH). In passato ho studiato la Scapigliatura e la linea Faldella-Dossi-Gadda. Collaboro con le pagine culturali della «Gazzetta di Parma» e con l’Istituto storico per la Resistenza di Varallo-Sesia (VC). Ho pubblicato vari studi sulla letteratura dell‘’Otto/Novecento.
Gino Patroni è una figura molto amata dagli spezzini.
Non a caso gli è stata dedicata una piazza tra Via Colombo e Viale Amendola, e una lapide è stata affissa nel porticato di Via Chiodo, all’altezza della sua “seconda casa”, il Bar Peola.
Dalla biografia riportata sulla terza di copertina del volume “Il meglio di Gino Patroni”, edito dalla Cassa di Risparmio della Spezia per Longanesi nel 1992,si legge: “…Nato nel 1920 a Monte Marcello e morto alla Spezia nel 1992, così egli stesso si definiva: ‘Classe di ferro arrugginita alla svelta, mezzo geometra (per studi abbandonati), maestro elementare intero, sette anni di liceo classico (impiegato in segreteria), prigioniero in Germania liberato dai francesi di Leclerc e subito rifatto prigioniero per il coup de poignard fascista del 1940, poi travet statale, giornalista professionista, depresso endogeno e indigeno (siccome vive a La Spezia, base navale e banale), abita di preferenza al reparto neuro ma sovente si ricovera a domicilio. Giornalista autentico al limite dell’invenzione surreale'”.
Scrittore genuino e incomparabile umorista, Patroni ha pubblicato diverse opere, tra cui: Ed è subito pera, Un giorno da beone, Crescete e mortificatevi. Successivamente, per Longanesi: Il foraggio di vivere, La vita è bella e scarso l’avvenir, e, più tardi, La vita è una malattia ereditaria (pubblicata postuma). Tra le opere rimaste forzatamente inedite figurano titoli come: Non c’è amore senza pene, La miglior tv è quella spenta, Il mal di gol e Vent’anni di moltitudine. Da menzionare anche la narrazione biografica Via col “venti”, a lui particolarmente cara.”
Come spezzino, ho un ricordo nitido di Gino Patroni. Più volte l’ho intravisto al Bar Peola e in altri luoghi. Avendo anche io, come lui, vissuto a Milano, mi è sempre riecheggiata una sua celebre battuta: “La cosa più bella di Milano? La Stazione, perché c’è sempre un treno per Spezia.” Inoltre, ho sempre avuto un dubbio e lo rivolgo ai lettori: il manifesto anonimo affisso sui muri di Spezia in occasione dell’inaugurazione della Cattedrale di Piazza Europa, il 3 maggio 1975, è opera di Gino Patroni? Vi si leggeva:
“Impossibilitato partecipare inaugurazione Cattedrale causa ustioni di terzo grado, firmato: Giordano Bruno.”In copertina foto La Nazione Mauro Frascatore
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