Tra poesia, giornalismo e rivoluzione: un viaggio nell’America del primo Novecento
Prosegue il ciclo di incontri “Succede in biblioteca” promosso dal Sistema Bibliotecario Urbano del Comune della Spezia, venerdì u.s. alla Mediateca Regionale Ligure “Sergio Fregoso” è stato presentato il volume John Reed. La storia di un poeta nell’America del primo Novecento (ETS, 2024) di Marzia Dati
A dialogare con l’autrice, la professoressa Adriana Beverini, in un confronto che ha illuminato non solo la figura di John Reed – noto in tutto il mondo come giornalista e testimone diretto della Rivoluzione Russa – ma anche la sua identità meno conosciuta, quella di poeta.
Un poeta dimenticato dalla Storia
Il libro di Marzia Dati offre uno sguardo inedito e approfondito su John Reed, autore del celebre reportage I dieci giorni che sconvolsero il mondo (1919), che racconta in presa diretta i giorni della Rivoluzione d’Ottobre. Una figura leggendaria, immortalata anche dal cinema con Reds di Warren Beatty e Diane Keaton, ma spesso ricordata solo per il suo impegno politico e per la sua professione di reporter (era il giornalista più pagato dell’epoca).
Marzia Dati va oltre la narrazione canonica, riportando alla luce il corpus poetico di Reed, oscurato per decenni dalla sua militanza comunista in un’America dominata dal maccartismo. Un’opera che si articola in tre filoni poetici: l’Oregon e la wilderness americana, la frenesia urbana di New York, e la vena satirica del poema A Day in Bohemia. Con approccio filologico e sensibilità poetica, l’autrice compie un vero lavoro di recupero culturale.
L’autrice: una voce autorevole della critica anglo-americana
Marzia Dati non è nuova a imprese letterarie di questo livello. Dottore di Ricerca in Letteratura Nordamericana, insignita del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana nel 2024 per la diffusione della cultura in Italia e all’estero, è anche vincitrice del Premio Montale Fuori di Casa – Sezione Ligure Apuana, assegnatole lo scorso settembre nella Sala Consiliare del Palazzo della Provincia della Spezia.
Tra le sue pubblicazioni più recenti si ricordano le traduzioni poetiche di John Reed. Il Poeta Ritrovato (2020), Edna St. V. Millay. Ceneri di Vita (2021) e Lola Ridge. Sradicata (2022). È presidente della filiale italiana della Dickens Fellowship, socia AISNA (Associazione Italiana Studi Nordamericani), e collaboratrice della Galleria Tretjakov di Mosca per la promozione della cultura russa in Italia.
Un ponte tra letterature, epoche e visioni
La conferenza è stata occasione non solo per restituire al pubblico un John Reed completo – giornalista, poeta e intellettuale –, ma anche per riflettere su come la poesia possa nascere anche nelle pieghe della storia più turbolenta, come quella dell’America e dell’Europa del primo Novecento.
Significativo, in questo senso, anche il racconto personale dell’autrice su come sia nato il suo interesse per la figura di Reed, un’intuizione giovanile che ha poi guidato una ricerca durata anni:
«Il mio interesse per John Reed è nato tantissimi anni fa, quando ero molto giovane e studiavo a Mosca. Durante una delle prime visite alla città, andai alla necropoli del Cremlino, dove sono sepolti i grandi capi dell’Unione Sovietica. Lì vidi una tomba con il nome John Reed e Portland 1887 – Mosca 1920. Era morto giovanissimo proprio a Mosca, a 33 anni, di tifo. Quel nome sconosciuto, quel giovane americano sepolto lì, mi incuriosì profondamente. Scoprii poi che era un giornalista e scrittore che aveva attraversato la Prima guerra mondiale e la rivoluzione russa. Due aree che toccavano profondamente i miei studi: la Russia e la cultura nordamericana. Da lì è cominciato tutto…»