Vittoria per Giorgia Meloni ed Elly Schlein
I volti sorridenti di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ed Elly
Schlein, segretaria del Partito Democratico, emergono dalle urne. Tuttavia, nessuna delle due politiche siederà a Bruxelles, poiché entrambe cederanno il posto ai primi dei non eletti del loro partito. Meloni ha confermato Fratelli d’Italia come primo partito in Italia dopo le politiche del 2022, triplicando i voti rispetto alle Europee del 2019, (dal 6,44% al 28,8% quindi da 2,3 milioni di voti a 6,5 milioni). Schlein, dal canto suo, ha migliorato i risultati del PD, portandolo a ridosso di Fratelli d’Italia. Se diventasse la leader delle opposizioni unite, con questi numeri potrebbe superare la coalizione governativa.

La sorpresa di Ilaria Salis
Un altro volto femminile che sorride è quello di Ilaria Salis. Le sue “prigioni domiciliari” in Ungheria stanno per aprirsi, potrà raggiungere Bruxelles grazie ai numerosi voti raccolti (circa 15.000 solo in Liguria). Le immagini di lei ammanettata mani e piedi entrando nel tribunale ungherese hanno spinto molti elettori a sostenerla, auspicando che in Europa nessuno debba subire tali trattamenti. La vera sorpresa di queste elezioni, però, è rappresentata da Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Grazie alla Salis e al vento green che spira in Europa, la lista Alleanza-Verdi e Sinistra ha ottenuto il 6,6% dei voti, raddoppiando il risultato del 2022.
Il declino del Movimento 5 Stelle
Il Movimento 5 Stelle ha ottenuto solo il 9,99%. L’assenza di Giuseppe Conte dalle liste non ha pagato. Meloni, Schlein e anche Antonio Tajani di Forza Italia rinunceranno ai seggi conquistati, mantenendo i loro incarichi alla Camera. Gli elettori, forse, o non hanno compreso la gabola sottesa (mi candido e poi mi dimetto) o votano per il leader senza farsi troppe domande. La mancanza di radicamento sul territorio e la presenza di candidati sconosciuti hanno penalizzato il Movimento. A La Spezia, in particolare, la loro presenza è passata inosservata. Un gruppo di iscritti sta cercando di costituire una struttura territoriale, ma tutto è fermo in attesa del via libera dagli organi centrali che senza una motivazione non arriva.
La sconfitta della lista Pace Terra Dignità
La lista fondata da Michele Santoro, ha ottenuto solo il 2,21%, rimanendo senza seggi. Nonostante l’ampia esposizione mediatica su La7, è evidente che liste nate alla vigilia delle elezioni, senza consolidamento e storia, non riescono a ottenere risultati significativi.
Il tracollo della Lega
La Lega ha subito un crollo, passando dal 29% delle ultime elezioni europee al 9,08%. La presenza di Vannacci ha attratto nuovi elettori ma ha alienato i leghisti tradizionali, che non si sono riconosciuti in un candidato con simpatie per il passato regime che individua Mussolini come uno statista, che individua i suoi seguaci come una decima legione alludendo subdolamente all’efferata X mas, che dubita dell’italianità di atlete di colore come la Egonu ecc. ecc. Il fondatore Umberto Bossi ha persino preferito votare per un altro partito.
Il fallimento di Renzi, Bonino e Calenda
Matteo Renzi, Emma Bonino e Carlo Calenda non hanno ottenuto seggi. Presentarsi divisi non ha pagato, e un’alleanza con la Bonino non ha portato benefici. I senatori Renzi e Calenda hanno ancora tre anni di mandato hanno quindi tempo sufficiente per riflettere sulla sconfitta e trovare trovare qualche marchingegno per sopravvivere politicamente.
L’astensionismo preoccupante
Solo il 49,69% degli elettori ha votato, con un incremento di 4,5 milioni di astenuti rispetto alle elezioni del 2019, per un totale di 26 milioni di astenuti.
Questi risultati offrono una panoramica delle tendenze politiche attuali in Italia, evidenziando sia le conferme sia le sorprese emerse dalle urne.