Ven 25 Apr 2025

Una targa sul luogo natale del poeta Renzo Fregoso: omaggio a una vita di poesia e impegno

Una cerimonia sotto la pioggia per ricordare il poeta spezzino Renzo Fregoso

Questa mattina nel quartiere umbertino avevamo tutti un appuntamento importante. Poche gocce facevano pensare a una tregua dalla pioggia che aveva bagnato Piazza Brin. Poi un acquazzone che ci ha sorpreso con il cappuccio del giaccone indossato e con un ombrellino cinese mezzo disastrato. Ci siamo rifugiati sotto il portico, al bar tabaccheria su via Castelfidardo. Poi una pausa dalla pioggia martellante, per lasciarci raggiungere via Roma 160, il palazzo della casa natale di Renzo Fregoso, il poeta spezzino. Mi onoro di essere stato suo amico.
Il legame di Renzo Fregoso con la città e la sua comunità
Ci ha lasciato tre anni fa, avendo compiuto cento anni, e un po’ dopo lo ha raggiunto la moglie Wilma. Sono ora riuniti con le loro ceneri nella cappelletta di Santa Rita della loro e nostra parrocchia di Nostra Signora della Salute, la cappelletta che è anche dedicata alle reliquie dei santi – e della loro santità io non ho dubbi, anche se lo può dire solo chi li conosceva bene, il loro Dio e i loro parenti, presenti con una delle nipoti, la nuora, due delle figlie di Sergio Fregoso, il fratello fotografo che fece scuola a tutti i professionisti e dilettanti di Spezia. Una degna discepola di Renzo nella poesia è la poetessa Giulia Olga Billante, nipote di Sergio, che il 19 marzo 2024 ne ricalcò le orme con le proprie poesie al circolo anziani di piazza Brin.

Oggi alle 10, si è svelata la targa che lo ricorda, alla presenza del sindaco Pierluigi Peracchini che ne ha ricordato la spezzinità e il valore nella cultura del dialetto con le sue prolusioni spezzine all’Accademia Capellini il 19 marzo, da moltissimi anni, per la ricorrenza di San Giuseppe. Il nostro sindaco ha ricordato che la cultura che fa memoria del passato della città attualizza nel nostro contesto del presente i valori molto validi delle nostre origini. Difatti, il centenario Renzo Fregoso aveva vissuto gli anni del ventennio e la guerra, era un ragazzo di don Antonio Mori, che fu un parroco che aiutò alcuni perseguitati, soldati alleati fuggiti dal campo di prigionia, ebrei in fuga, antifascisti, ospitandoli in una stanzetta della torre campanaria dalla quale si stampavano pure volantini clandestini, e da dove si poteva osservare chi entrasse nella chiesa, in modo da poter fuggire da una porticina laterale nel caso fossero tedeschi o militi della Repubblica Sociale.
Don Mori fu catturato dai nazifascisti, torturato nella caserma del XXI Reggimento Fanteria dove ora c’è il sacrario che ricorda le sevizie di altri sacerdoti e altri prigionieri. Fu liberato dalla reclusione genovese della Casa dello Studente di corso Gastaldi per intercessione del cardinale arcivescovo Pietro Boetto di Genova. So che Renzo, membro dell’Azione Cattolica, fu chiamato, subito dopo la Liberazione, a ricoprire nominalmente il ruolo di commissario della rinata Associazione Scout Cattolici Italiani (ASCI). Lo seppi da lui, che per modestia sminuì il proprio ruolo di allora. Furono quei giovani spezzini quelli che fecero risorgere la città, allora divisa tra cattolici e comunisti. Da parte del Gruppo don Antonio Mori di cui Renzo era l’animatore principale, ci fu sempre un comportamento inclusivo che contribuì a una buona convivenza tra le differenti anime del quartiere.
Sono ora rimasti pochi superstiti, tra i quali si annovera Sergio Cozzani che ha parlato dopo del sindaco, anche per il suo ruolo nell’Accademia Lunigianese di Scienze Giovanni Capellini. Anche lui ha ricordato i personaggi della spezzinità che ormai pochi ricordano ma che sono leggende per i figli e i nipoti di chi li ha conosciuti davvero: uno per tutti, Gigiòn Abbossa, e le maschere del Carnevale Batistòn e Maìa. Cozzani ha ricordato, parlando con me, anche gli auguri di Natale e Pasqua che Renzo spediva agli amici, quasi sempre poesie in italiano molto profonde come questa, dell’anno 2021, in cui lui non stava bene, e che ci è arrivata grazie alle nipoti:
Si spaccia per poesia
questo sfacciato ritmo
che ci mette la faccia
Profuma sulla tavola imbandita
condiviso buon pane quotidiano
ma svogliato non mordo
ché sgualcito
il nitore dell’abito nunziale
temo darmi quel nome
che a volte m’arde a volte rade al suolo
il cuore
dirò dico che sono simulacro
aperto a tutti i venti
sentimenti
ed ai settanta volte sette
ansiti borborigmi
venuti a posarsi sul ramo
del mio avambraccio
e sprovveduto temerario amo
o credo di… ma s’è già fatto bacio
il dubbio
se per alcuni versi
sorpresi-loro ed io-
da questo insospettato sfolgorio
d’un ancestrale cielo batto strade
in sentimento fragile e commosso
digiuno busso
alla socchiusa porta del Natale
Due in una sola carne
in una sola firma Wilma e Renzo
con tutti i loro auguri
vuoi per questo Natale
del 2021
e per quello futuro in cui una Voce
ci chiamerà per nome.
Una coppia anziana molto amorevole che ha anche subito duri colpi dalle sorti familiari, con la morte prematura del figlio Luca, brillante fotografo come lo zio e anche lui nostro amico.

Un’eredità poetica e umana che continua nel tempo

Anche altri amici di Renzo, parlando dopo la cerimonia, molto applaudita, hanno rimarcato il valore delle poesie in italiano, di cui bisognerebbe organizzare una lettura pubblica, mentre per le poesie dialettali ne sono già state organizzate altre anche a cura del prof. Piergiorgio Cavallini. Parlando con le nipoti e con Sergio Cozzani ho voluto ricordare che oltre alla fede di Renzo e Wilma e al loro attaccamento alla parrocchia, in cui Wilma la domenica indossava la parte della ‘Nonna Wilma’ che accudiva i bimbi e le bimbe dei fedeli che partecipavano alla Messa, alla quale lei aveva partecipato il sabato precedente, c’era molto presente da parte di entrambi il significativo aspetto della Carità e dell’aiuto fattivo ai bisognosi, portato con amore solidale, vero cristiano. Certi indizi mi fanno credere che, ancor giovane, Renzo abbia portato aiuti agli ebrei che partirono alla volta di Israele con la nave Exodus che nel 1947 fu incaricata di trasportare in gran segreto degli ebrei che partivano illegalmente dall’Europa per raggiungere la biblica Terra di Israele, allora sotto il controllo britannico con l’antico nome romano di Palestina. Quegli aiuti spezzini meritarono il nome di “Porta di Sion” alla città di Spezia.

Posso testimoniare che per lunghissimi anni, cioè da quando il missionario don Bruno Vincenzi aprì la Mensa di Missione 2000, Renzo è stato il capogruppo del lunedì e ricopriva molti ruoli, venendo sempre a garantire la presenza, l’aiuto, l’organizzazione, il coordinamento, la parola buona per tutti, persino quando si aiutava con il bastone per camminare, talvolta affrontando pure inconvenienti spiacevoli di chi cerca di mettere pace. È stata un’esperienza ricca aver fatto parte di quel gruppo del lunedì ed averlo conosciuto così da vicino nel volontariato.
Come poeta amico, ho ricevuto da lui molti suoi libri in regalo e ho avuto anche il suo benevolo consiglio sui miei primi esperimenti nella scrittura. È per me, Renzo, un distante esempio forse irraggiungibile, ma preferisco mirare alto che piegarmi su esempi mediocri. Ecco un mio tenero ricordo dell’ascolto di un suo monologo:
Di Renzo Fregoso mi è sopravvissuta la parola spezzina scafèla

La me scafèla è la mia barchetta,
ciò che possiedo,
che è mio,
la vita,
e il pensiero libero
che io la conduca
libero
al largo,
e che approdi
a una spiaggia
con una sorgente
della Fortuna
e dell’Amore.
Grazie, Nostro Signore

Chi era Renzo Fregoso: poeta, narratore e custode del dialetto spezzino, ha dedicato la sua vita a celebrare la “spezzinità”, quell’identità unica che ci unisce e ci definisce. Nato nel 1922, Renzo ha trascorso la sua giovinezza nel quartiere di piazza Brin, un luogo che ha sempre considerato il cuore pulsante della Spezia. Le sue radici affondano in questa terra, e attraverso le sue parole, ha saputo raccontare storie, tradizioni e volti che hanno caratterizzato la nostra comunità. La sua passione per la poesia si è tradotta in opere che hanno arricchito il patrimonio culturale spezzino. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo “Tazebao” (1984), “Quer campanèo der chèe ch’i me fa Brin” (1995) e “Demóa d’Amóe” (2002). Ma oltre alla scrittura, Renzo era un inimitabile dicitore, capace di incantare il pubblico con le sue “Circonlocuzioni intorno alla spezzinità”, presentate annualmente all’Accademia Capellini dal 1986 al 2019. La sua poesia non era solo un mezzo per raccontare il passato, ma anche un ponte che collegava le generazioni, permettendo a tutti noi di comprendere e apprezzare le nostre radici. Con ironia e nostalgia, Renzo ha saputo trasformare il dialetto in uno strumento di unione e identità.   Renzo Fregoso era nato alla Spezia, e precisamente in Piazza Brin, nel 1922 ed è mancato, cittadino centenario, nel marzo 2022.

Panoramica privacy
Spezia Mirror

Questo sito utilizza i cookies per migliorare la tua esperienza di navigazione sul sito. Di questi, i cookies che sono categorizzati come necessari sono memorizzati nel tuo browser come essenziali per il funzionamento delle funzionalità di base del sito. Usiamo inoltre cookies di terze parti che possono aiutarci ad analizzare e capire capire come usi il sito. Questi cookies saranno memorizzati nel tuo browser solo con il tuo consenso. Inoltre hai anche dei cookies opzionali. Ma la disattivazione di questi cookies potrebbe avere effetti sulla tua esperienza di navigazione.

Per saperne di più sulla nostra cookie policy clicca qui: Privacy & Cookie Policy

Cookie strettamente necessari

I cookie strettamente necessari dovrebbero essere sempre attivati per poter salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie.

Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze. Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie.

Cookie di terze parti

Questo sito Web utilizza Google Analytics per raccogliere informazioni anonime come il numero di visitatori del sito e le pagine più popolari.

Mantenere questo cookie abilitato ci aiuta a migliorare il nostro sito Web.