Dal Museo del Ciclismo “A. Cuffini” riceviamo e volentieri pubblichiamo…
Il vento della Patagonia soffia al Museo del Ciclismo A. Cuffini
(La Spezia, 18 marzo 2025) – Patagonia, Tierra del Fuego, Fin del Mundo: evocare questi luoghi è già un viaggio della mente, un vagabondare tra scenari estremi e orizzonti infiniti. Al Museo del Ciclismo A. Cuffini, il vento impetuoso della Patagonia è stato il vero protagonista del ciclo racconto di Laura, Mirco e Ugo, tre amici che hanno percorso 1200 km in bicicletta attraverso l’Argentina e il Cile, tra guanachi e sterrati, inseguendo un sogno di libertà.
L’appuntamento, che si è tenuto lo scorso venerdì 14 marzo, ha segnato la ripresa degli incontri dedicati al cicloturismo, un’anima imprescindibile del mondo delle due ruote. Nel salotto del Museo, trasformato per l’occasione in un accampamento patagonico, con tende, mappe e immagini spettacolari, il trio ha ripercorso le tappe della loro avventura australe, raccontando con emozione e ironia le sfide affrontate: il vento feroce, le ripide salite, le strade di ripio, la fatica condivisa e la meraviglia di paesaggi leggendari come Torres del Paine, Cerro Torre, Perito Moreno, Ruta 40 e Ushuaia, la città alla fine del mondo.
“Non avevamo mai affrontato un viaggio così lungo su due ruote, ma con la giusta dose di incoscienza e qualche buon consiglio – qualcuno arrivato anche dagli amici del Museo del Ciclismo – siamo riusciti ad arrivare in fondo e rientrare quasi completamente. Il casco di Ugo si è perso nel volo di rientro!”, hanno raccontato i protagonisti, strappando un sorriso alla platea.
Oltre al racconto delle imprese ciclistiche, l’incontro è stato un’immersione nel fascino della Patagonia: una geografia che è un sogno, un domicilio esistenziale, un luogo che accende la mente e mette in moto le gambe. Mirco ha svelato i dettagli tecnici del suo telaio auto assemblato, Laura ha dipinto con parole e gesti le sensazioni vissute, mentre Ugo, con il suo talento affabulatorio, ha intrecciato la cronaca del viaggio con aneddoti e riflessioni sul senso dell’avventura.
Il pubblico, attento e partecipe, ha seguito con entusiasmo il ciclo diario Vento, guanachi e ripio, ponendo domande e condividendo il desiderio di nuove partenze. Tra le sorprese della serata, anche una telefonata di Alessandro Petacchi dalla Tirreno-Adriatico, un ponte ideale tra le strade ventose della Patagonia e le rotte del ciclismo professionistico.
Con l’occasione, i presenti hanno potuto visitare anche la mostra filatelica Cara bicicletta, curata da Giacomo Landi, attualmente esposta nella sala centrale del Museo.
Ancora una volta, il Museo del Ciclismo A. Cuffini si è confermato un luogo di incontro e di racconto, dove la passione per la bicicletta si unisce alla voglia di esplorare il mondo, spinti dal vento della curiosità e dell’avventura.
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